È un metodo di coltivazione o allevamento in cui l’uso di prodotti chimici sintetizzati in laboratorio è fortemente limitato.
La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell'azienda agricola, che evita il ricorso all'uso dei prodotti derivanti da sintesi chimica impiegando, invece, tecniche tradizionali come: le rotazioni colturali, per evitare l'impoverimento del terreno causato da colture ripetute per più annate; la fertilizzazione con materia organica (di produzione biologica), per "nutrire" il terreno; la prevenzione "naturale" delle patologie delle colture, scegliendo varietà più adatte ad essere coltivate con il metodo biologico; l'uso di "insetti buoni" che aggrediscono quelli "cattivi"; l'uso di composti di natura organica che si degradano rapidamente.
Se si parla di allevamento, "biologico" indica che il benessere dell'animale è l'obiettivo primario. La scelta delle razze si basa sulla capacità di adattamento alle condizioni ambientali, la vitalità e la resistenza alle malattie. La tutela della salute degli animali, infatti, è raggiunta con condizioni di allevamento che garantiscono un'elevata resistenza alle malattie e che stimolano le difese naturali.
Uno specifico regolamento dell’Unione Europea determina quali sostanze (concimi, prodotti fitosanitari, additivi, farmaci veterinari, ecc…) possono essere utilizzate nel caso delle produzioni e allevamenti biologici in determinate circostanze (ad esempio in caso di grave rischio per la coltura, se le misure preventive si sono rivelate inefficaci).