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Il sodio è un elemento essenziale per il nostro organismo. Quello naturalmente contenuto negli alimenti è sufficiente per le nostre necessità (che corrispondono a 0,1 - 0,6g di sodio al giorno). In genere, invece, aggiungiamo sale (ovvero cloruro di sodio) ai cibi che prepariamo e che mangiamo. Un cucchiaino di sale corrisponde a circa 6 grammi di sale e ogni giorno assumiamo circa 10g di sale, cioè 4g di sodio.
Quasi dieci volte in più di quello che ci serve! Se la nostra alimentazione è troppo ricca di sodio, aumenta il rischio di ipertensione arteriosa, ma anche di malattie del cuore, dei vasi sanguigni e dei reni, soprattutto nelle persone predisposte a queste malattie. Ma non è tutto: a un impiego di sale più alto è associato anche un rischio più elevato di tumori dello stomaco e un aumento di perdita di calcio con le urine, che può aumentare il rischio di osteoporosi.
Le fonti di sodio nella alimentazione di tutti i giorni sono molte: ne troviamo negli alimenti allo stato naturale (acqua, frutta, verdura, carne, ecc.); viene aggiunto ai piatti che cuciniamo tutti i giorni (a partire dal sale aggiunto nell'acqua di cottura della pasta); è presente nei prodotti trasformati (ad esempio pane, prodotti da forno, pizza ma anche snacks salati) oltre che nei prodotti conservati tramite salagione (olive, alcuni formaggi, salumi, pesce conservato). Anche alcuni condimenti, come il dado da brodo, il ketchup o la salsa di soia, utilizzati in sostituzione o in aggiunta al sale, sono ricchi di sodio.
Frutta e verdura, al contrario, sono i cibi a più basso contenuto di sodio, ma ad alto contenuto del suo antagonista ovvero il potassio
Anche se abbiamo sempre mangiato salato, possiamo abituarci alla riduzione del sale, sia a tavola sia in cucina. Basta farlo gradualmente. Per rendere i cibi saporiti possiamo utilizzare di più spezie (peperoncino, curry, noce moscata, zafferano, ecc . . . ), odori e erbe aromatiche (aglio, cipolla, basilico, prezzemolo, rosmarino, salvia, menta, maggiorana, origano, sedano, ecc . . . ), aceto e succo di limone. Dovremmo invece limitare l'uso di dadi da brodo, senape, salsa di soia, e ketchup, che sono ricchi di sale . . .
Nel giro di qualche mese, il consumo di cibi meno salati non sembrerà più un grosso sacrificio, ma al contrario sembreranno troppo saporiti quelli cui eravamo abituati prima.
Un altro sale disponibile in commercio è il cosiddetto sale dietetico, o iposodico, il quale contiene meno sodio (fino al 70% in meno), in quanto parte del sodio è sostituito da potassio e/o magnesio.
È un prodotto che può essere utilizzato in caso di ipertensione arteriosa, ma, come ben specificato in etichetta (anche se non tutti leggono) deve essere utilizzato sotto il parere e il controllo del medico. Il parere del medico si rende necessario perché l'uso prolungato di sale di potassio nella popolazione generale è sconsigliato.
Negli ultimi anni sono comparsi in commercio sali, a volte colorati, provenienti da vari paesi del mondo: il sale blu di Persia, quello rosa dell'Himalaya, il sale rosso delle Hawaii, il sale nero di Cipro, il sale grigio di Bretagna e altri sali, cosiddetti grezzi o integrali. Il colore di questi sali deriva dai residui minerali tipici delle aree di estrazione e, anche se ad essi viene talvolta attribuita un'accezione salutistica non bisogna trascurare che tutti questi sali sono una fonte di sodio, per cui vale sempre la regola della moderazione di consumo. La presenza di tracce di minerali è assolutamente trascurabile se non per il colore che conferisce al prodotto.
Lo iodio è presente naturalmente nel sale marino e integrale, ma solo in tracce, quindi in quantità non sufficiente a coprire il fabbisogno, che solo l'uso di sale iodato può assicurare.
Se leggi la scheda con attenzione, imparerai tutto quello che è veramente importante sapere su questo argomento... e solo quello :)