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I cibi biologici

L'agricoltura biologica è un sistema di coltivazione e di allevamento che mira a sostenere la salute del suolo, dell'ecosistema e delle persone. Si basa su pratiche agronomiche, adatte alle condizioni locali, che mirano a limitare l'uso di input esterni all'azienda agricola, quali fertilizzanti e fitofarmaci di sintesi.

Con il termine "biologico" si definisce un prodotto, fresco o trasformato, ottenuto con il metodo di coltivazione e allevamento dell'agricoltura biologica. Il metodo dell'agricoltura biologica mira a produrre alimenti di qualità, basandosi sull'utilizzo di sostanze e processi presenti in natura, escludendo l'impiego di composti (fungicidi, insetticidi, erbicidi) e medicinali di sintesi ed usando le risorse naturali, all'interno di un modello di sviluppo sostenibile che possa durare nel tempo. La normativa del settore consente, tuttavia, l'impiego di un numero limitato di additivi e coadiuvanti tecnologici, derivati da fonti naturali.

Con l'agricoltura biologica viene perseguito il rispetto dei cicli naturali in modo da mantenere e migliorare la fertilità del suolo (rotazioni colturali, fertilizzazione con materia organica, ecc . . . ), ridurre l'impatto ambientale delle produzioni agricole, mantenere la biodiversità e assicurare il benessere degli animali allevati.


La normativa

In Europa, come oramai in molti altri Paesi del mondo, quali USA, Canada, Giappone, l'agricoltura biologica è regolata da una normativa specifica, che viene aggiornata con frequenza e può essere facilmente reperita sul sito dell'Unione Europea.

Gli aggiornamenti al regolamento apportano, tra l'altro, modifiche alle norme sull'uso del marchio biologico UE, a quelle in materia di etichettatura e del regime di importazione.

Conversione e organismi di controllo

La normativa europea e nazionale prevede un sistema di controlli piuttosto articolato. Se un'azienda vuole avviare una produzione biologica deve comunicare questa sua intenzione alla Regione e ad uno degli Organismi di controllo autorizzati dal Ministero dell'Agricoltura. Se l'azienda viene ammessa nel sistema di controllo, avvia la cosiddetta "conversione", un periodo variabile a seconda dei casi, ma di almeno due anni, che serve ad eliminare dal terreno i residui dei prodotti chimici usati in precedenza. Solo alla fine del periodo di conversione l'azienda può commercializzare i suoi prodotti come biologici. Le aziende sono sottoposte a ispezioni annuali da parte degli organismi di controllo.

L'etichettatura

Gli alimenti biologici, in base alla normativa vigente, sono riconducibili a due categorie:

  1. Alimenti con almeno il 95% di ingredienti biologici: in questo caso l'indicazione "biologico" o "da agricoltura "biologica" compare nella denominazione di vendita, insieme al logo. È ammessa la presenza fino al 5% di ingredienti non biologici, solo se indicati in maniera specifica in un allegato alla normativa.
  2. Alimenti con ingredienti biologici: è il caso di prodotti con una percentuale di ingredienti bio inferiore al 95%, o con ingredienti non bio, in qualsiasi percentuale, non inseriti negli allegati alla normativa. In questo caso non si può usare il logo o la specifica dicitura "biologico", che può invece contrassegnare gli ingredienti bio come tali solo nella lista degli ingredienti.

Per i prodotti biologici, in etichetta deve comparire il logo, rappresentato da una foglia stilizzata con 12 stelle, il numero di codice dell'organismo di controllo, e l'origine delle materie prime, intesa come luogo di coltivazione, ovvero: "Agricoltura UE", se la materia prima è stata coltivata in UE; "Agricoltura non UE", se la materia prima è stata coltivata in Paesi Terzi; "Agricoltura UE/non UE", se le materie prime provengono in parte dalla UE e in parte da Paesi Terzi. L'indicazione "UE" o "non UE" può essere sostituita o integrata dalla indicazione di un Paese o di una Regione, nel caso in cui tutte le materie prime di cui il prodotto è composto siano state coltivate in quel Paese o in quella Regione.

Nel caso di prodotti da agricoltura in conversione, non è consentito l'utilizzo del logo. La dicitura "Prodotto in conversione all'agricoltura biologica" può essere utilizzata solo per i prodotti agricoli vegetali, se sono trascorsi almeno dodici mesi dall'inizio della conversione.

La qualità

Produrre alimenti di alta qualità è uno degli obiettivi primari dell'agricoltura biologica. Per questo, e per i principi che la regolano, l'agricoltura biologica appare in grado di rispondere alla crescente sensibilità dell'opinione pubblica in materia di qualità, di assenza di residui di pesticidi, di attenzione all'uso degli additivi, di salvaguardia ambientale.

È in atto da anni un dibattito sulla presunta superiore qualità dei prodotti biologici, rispetto ai convenzionali. Dal punto di vista nutrizionale, a oggi, la ricerca ha riscontrato poche differenze compositive tra prodotti biologici e convenzionali e non sono rilevanti nella dieta. Le variabili che influiscono sulla concentrazione dei componenti nutrizionali dei prodotti vegetali sono tante, e comprendono fattori intrinseci, come il genotipo, e fattori estrinseci quali le condizioni ambientali (temperatura, irradiazione solare, durata dell'illuminazione). Il tipo di coltivazione è solo una di queste variabili.

Va sottolineato che i prodotti biologici debbono sottostare alle stesse norme obbligatorie di quelli convenzionali, ma rispetto a questi hanno bisogno di una certificazione e di controlli aggiuntivi, per potersi definire "biologici". Il costo di questa certificazione volontaria aggiuntiva è a carico dei produttori e rappresenta una delle ragioni del maggior prezzo dei prodotti biologici alla vendita.

Se leggi la scheda con attenzione, imparerai tutto quello che è veramente importante sapere su questo argomento... e solo quello :)