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La presenza degli additivi negli alimenti è rigorosamente regolamentata e controllata. Infatti, prima di poter essere utilizzati nei prodotti alimentari, devono essere sottoposti ad approfonditi studi tossicologici. Inoltre, la legge stabilisce sia le tipologie di alimenti in cui l'additivo può essere aggiunto, che le quantità massime che i produttori possono utilizzare. Tutto questo ha lo scopo di evitare che con l'alimentazione abituale si superino le Dosi Giornaliere Ammissibili (DGA) di queste sostanze.
Ad esempio, la legislazione europea vieta l'utilizzo di coloranti e conservanti nei prodotti per l'infanzia indirizzati a bambini fino ai 3 anni d'età. Alcuni additivi invece, sono perfettamente innocui e sono autorizzati anche negli alimenti per l'infanzia: è il caso, ad esempio, dell'acido ascorbico (E500) e dell'acido citrico (E 330). Altri hanno una loro DGA che è opportuno non superare sistematicamente; meglio, allora, limitarne l'assunzione, specie per i bambini, che sono più suscettibili ai potenziali effetti nocivi di queste sostanze per il loro minore peso corporeo.
Alcuni additivi sono essenziali per garantire la salubrità di specifici alimenti, come nel caso di nitriti e nitrati aggiunti agli insaccati per evitare la crescita di vari batteri, tra i quali il pericoloso botulino.
Altri sono aggiunti per aumentare la conservazione, la gradevolezza, l'omogeneità e la consistenza degli alimenti.
Tra tutti gli additivi, potremmo tranquillamente fare a meno di quelli aggiunti solo per l'estetica di un prodotto, come i coloranti. Ad esempio, le caramelle, che sono fatte solo di zucchero e quindi sarebbero bianche pur avendo lo stesso sapore, vengono colorate con le tinte più stravaganti per renderle più attraenti.
In alcuni soggetti, gli additivi possono provocare effetti collaterali, come reazioni allergiche. Le persone predisposte hanno in genere una dieta da seguire e sanno quali additivi evitare, utilizzando le etichette. Problemi intestinali possono verificarsi quando si eccede nel consumo di alcuni edulcoranti (i polioli): sono effetti collaterali non particolarmente preoccupanti (se non nei bambini piccoli), legati al richiamo di acqua a livello intestinale. Diverso è il discorso dei nitriti, che possono comportare problemi di salute più seri e di cui è bene limitare il consumo.
L'etichetta alimentare è uno strumento di tutela del consumatore. Sull'etichetta tutti gli ingredienti sono elencati in ordine decrescente di quantità. È necessario leggerla per sapere quello che mangiamo!
Per quanto riguarda gli aromi, l'unica informazione offerta ai consumatori tramite le etichette riguarda la natura delle sostanze presenti: se sono "aromi naturali" viene precisato; se invece la lista degli ingredienti riporta soltanto la dicitura "aromi" sono aromi di sintesi (che possono essere sia identici a quelli presenti in natura, anche detti natural-identici, pur se sintetizzati in laboratorio, sia "artificiali", cioè sostanze che non sono presenti in natura).
In un prodotto al gusto di fragola, per esempio, la presenza della scritta "aromi" significa che il fabbricante ha utilizzato un mix sintetico di decine di sostanze natural-identiche o, caso più raro, artificiali; se invece troviamo la scritta "aromi naturali" vuol dire che la scelta degli ingredienti ha privilegiato una preparazione aromatica ottenuta a partire dall'alimento stesso o da un altro materiale di origine vegetale o animale. In genere gli aromi naturali sono più complessi da produrre e più costosi e sono gli unici che possono essere aggiunti a prodotti "biologici". In generale, il fatto che un aroma sia "naturale" non garantisce necessariamente una maggiore sicurezza rispetto ad un aroma non naturale.
Nelle preparazioni aromatiche naturali, ad esempio, possono essere presenti anche sostanze naturali per le quali sono fissate delle soglie massime di concentrazione che non devono essere superate nell'alimento dopo l'aggiunta dell'aroma stesso. Ai fini della tossicità, insomma, il solo fatto che un aroma sia naturale o meno cambia poco. Anzi, l'aggettivo "naturale" può essere fuorviante poiché il consumatore pensa sia sempre sinonimo di bassa tossicità.
Per quanto riguarda gli altri "additivi", l'etichetta fornisce un aiuto in più per l'identificazione di queste sostanze. Gli additivi sono classificati in diverse categorie a seconda della loro funzione e vengono presentati nell'elenco degli ingredienti, ognuno con la rispettiva categoria e il nome specifico e/o un numero identificativo preceduto dalla lettera "E", che ne indica l'approvazione da parte dell'Unione Europea. Per esempio, la serie degli E100 è attribuita ai coloranti, gli E200 ai conservanti, gli E300 agli antiossidanti, gli E400 agli emulsionanti, addensanti e gelificanti, tra gli E900 ritroviamo anche gli edulcoranti, e così via. Questo aiuta i soggetti allergici a identificare gli alimenti che è meglio evitare e tutti gli altri a fare una scelta consapevole: se la lista è troppo lunga, meglio preferire un prodotto simile con meno additivi.
Se leggi la scheda con attenzione, imparerai tutto quello che è veramente importante sapere su questo argomento... e solo quello :)